Materie prime critiche ed economia circolare: una sfida per il futuro

L’Osservatorio Allestimenti, nel suo impegno costante per promuovere un approccio sostenibile al design e alla gestione delle risorse, ha organizzato ad Ecomondo 2024 il convegno “Materie prime critiche ed economia circolare”.

Durante il convegno si è tracciato un quadro ricco di dati e prospettive sullo stato delle risorse minerarie e in Europa e nel mondo sul futuro del nostro modello economico. 

Le Materie Prime Critiche e il loro impatto sulla storia: una visione globale
La presentazione di Vincenzo Palermo ha analizzato il ruolo cruciale delle materie prime critiche nel plasmare la storia dell’umanità e il loro impatto sulle dinamiche economiche e geopolitiche globali. Dall’antichità ad oggi, i materiali fondamentali come il bronzo e l’argento hanno guidato epoche e cambiamenti momorabili.

Durante l’età del bronzo, il rame e lo stagno, essenziali per la produzione di utensili e armi, diedero vita a un mercato globale che collegava civiltà distanti come i Micenei e gli Ittiti. La successiva catastrofe dell’età del bronzo, causata da eventi climatici, invasioni e collassi sociali, segnò il passaggio a un maggiore utilizzo del ferro.

In epoca moderna, la ricerca di spezie, oro e argento guidò l’esplorazione globale, trasformando economie e società. Un esempio eclatante è l’argento di Potosì (nell’attuale Bolivia), che per oltre due secoli fornì il 20% della produzione mondiale.

Oggi, la rivoluzione del fracking e l’estrazione di petrolio e gas di scisto hanno trasformato gli Stati Uniti in esportatori energetici, evidenziando come le materie critiche continuino a influenzare l’economia globale. La storia dimostra che queste risorse saranno ancora determinanti per il futuro della civiltà umana.

Le materie prime critiche: pilastri fragili dell’economia europea 
Alberto Zanelli ha messo in evidenza la centralità delle materie prime critiche per l’economia dell’Unione Europea. Questi materiali, essenziali per industrie strategiche come quella tecnologica e delle energie rinnovabili, presentano un rischio elevato di approvvigionamento. Tra le più rilevanti materie prime critiche spiccano litio, terre rare, fosfati e bauxite, spesso importate da poche nazioni e con processi estrattivi costosi e ad alto impatto ambientale. 

La tavola periodica rappresenta non solo un catalogo delle possibilità offerte dalla crosta terrestre, ma anche un limite invalicabile. Non disponiamo infatti di tecnologie sostenibili per trasformare elementi chimici in altri, il che rende la gestione delle risorse esistenti un imperativo per il nostro futuro. 

Un concetto centrale dell’intervento è stato quello dello “zaino ecologico”, ovvero il peso delle risorse necessarie per produrre un bene. L’analisi presentata ha rivelato numeri impressionanti: un semplice smartphone di 80 grammi comporta l’estrazione e il consumo di oltre 44 chilogrammi di materie prime, mentre una televisione HD da 36 pollici arriva a richiedere 11 tonnellate di risorse. 

Questo approccio permette di misurare in maniera tangibile l’impatto ambientale dei prodotti, sottolineando la necessità di ripensare progettazione e produzione per ridurre drasticamente il consumo di materiali. 

Si è poi confrontato il tradizionale modello economico lineare, basato sul ciclo “prendi, trasforma, usa e scarta”, con il paradigma attuale dell’economia circolare. Quest’ultimo mira a preservare il valore dei materiali nel tempo, riducendo al minimo gli sprechi e l’impatto ambientale. 

Tra le strategie delineate per una transizione efficace, spiccano la progettazione di prodotti riparabili e ricondizionabili, il riutilizzo dei componenti, e il riciclo dei materiali. Solo l’adozione dei modelli di consumo più sostenibili ricompresi nell’economia circolare consentirà di ridurre la dipendenza dell’Europa da materie prime importate e di deprecare l’esaurimento delle risorse necessarie allo sviluppo poiché oggi solo il 9% delle risorse estratte viene reintrodotto nel ciclo produttivo.

Il puzzle dei critical raw materials
Paolo Dambruoso ha presentato l’impatto delle terre rare (lampade a fluorescenza, motori elettrici ad alte prestazioni, turbine eoliche, ecc.) sulla nostra vita quotidiana, mettendo in relazione la necessità di dovercene approvvigionare da Paesi extra Europei con le dinamiche geopolitiche internazionali.

Scienza, economia, conflitti, azzardo, bluff e strategia sono tutti ingredienti di una serie di vicende giocate sullo scacchiere mondiale, e sulla tavola periodica. Il tema dei risvolti geopolitici legati al mondo delle terre rare è stato affrontato seguendo un approccio sequenziale. Proprio come nel gioco del puzzle, le tessere sono state gettate sul tavolo senza ordine né logica apparente, lo scenario confuso ed incoerente è stato ricomposto in un quadro d’insieme ordinato ed interpretabile. Una parola di troppo a Washington, ed una frase non detta in Cina hanno minacciato il buio nel resto del mondo,

Durante le ore notturne, o negli spazi poco illuminati, abbiamo necessità di luce artificiale. Dapprima fu il lume a petrolio, poi la lampadina ad incandescenza, poi quella a fluorescenza, ed ora i LED. Questa l’evoluzione dei dispositivi per l’illuminazione. Nella tavola periodica le terre rare sono un po’ in disparte, un po’ in evidenza, lì in basso tutte insieme. In realtà si tratta di metalli, e non sono effettivamente rari. La terra rara meno comune è quasi 200 volte più abbondante dell’oro, ed una manciata di terriccio raccolta nel vostro cortile probabilmente ne contiene un po’, magari poche parti per milione. Sono invece rari i giacimenti abbastanza grandi e concentrati da consentire l’attività estrattiva.

In conclusione il convegno ha messo in luce come l’adozione di un’economia circolare sia non solo una responsabilità ambientale, ma anche una necessità economica e strategica per l’Europa. Le materie prime critiche, per la loro natura limitata e strategica, richiedono una gestione oculata e innovativa. L’Osservatorio Allestimenti continuerà a promuovere il dibattito e la consapevolezza su questi temi.